Ferrante Aporti

Biografia di Ferrante Aporti

Ultima modifica 12 giugno 2024

Ferrante Aporti nasce il 20 novembre 1791 a San Martino dall'Argine da Giuseppe Aporti, avvocato e possidente, e Giuseppa Isalberti. Primo di sei fratelli, nel 1804 viene avviato dal padre alla carriera ecclesiastica presso il seminario di Cremona, dove nel 1815 riceve gli ordini sacerdotali. Si distingue soprattutto negli studi di teologia, metafisica, fisica e matematica, e per questo nel 1816 viene scelto per frequentare un corso di specializzazione presso il Collegio Theresianum di Vienna.

Aporti non condivide l'indirizzo dominante dell'istituto, orientato a formare preti che siano soprattutto servitori dello stato. Perciò, non disposto a giurare fedeltà a quelle dottrine, rinuncia a conseguire la laurea e nel 1819 torna a Cremona. Il vescovo gli affida le cattedre di Storia ecclesiastica ed Esegesi biblica nel seminario diocesano; contemporaneamente l'amministrazione austriaca lo nomina direttore delle scuole elementari maggiori e ispettore scolastico provinciale.

Da questo momento l'Aporti si concentra nell'attività educativa il cui fine primario è la lotta all'ignoranza, vera ed unica origine dei mali dell'uomo, della società e della patria. Il sacerdote imposta nuove strutture, nuovi metodi, nuovi modelli educativi; nel giro di pochi anni amplia la sua scuola elementare, tiene corsi per i maestri, apre le scuole festive di disegno e architettura, presenta un progetto di riforma per creare gli istituti tecnici, promuove la diffusione di istituzioni educative sul territorio cremonese. Nel frattempo intrattiene contatti epistolari con intellettuali lombardi, si aggiorna costantemente sulle nuove esperienze educative europee ed approfondisce gli studi teologici e pedagogici, dando alle stampe molti articoli e saggi. L'attenzione per la condizione di abbandono dei bambini appartenenti alle classi popolari lo induce a fondare nel 1828 la prima scuola infantile in Italia, a pagamento, per alunni da due anni e mezzo a sei anni. Nel 1830 apre la prima scuola infantile gratuita, sostenuta dal governo e dalle autorità scolastiche. L'iniziativa si diffonde in pochi anni in Lombardia, Toscana, Veneto ed Emilia. Nel 1834 apre a San Martino dall'Argine la prima scuola infantile rurale.

Quasi tutti i centri fanno capo a don Ferrante, che nel frattempo promuove anche scuole per sordomuti, ciechi e orfani del colera. L'istituzione dell'asilo suscita dibattiti in tutta Italia e impegna l'Aporti a pubblicare articoli su diverse riviste e a rispondere ai molti che scrivevano per chiedere spiegazioni. La sua fama si diffuse e venne invitato da numerosi intellettuali, politici e regnanti italiani per illustrare la sua iniziativa. Nel 1844 Carlo Alberto lo chiamò a Torino a tenere il primo corso di metodo all'università. Nello stesso anno apre a San Martino dall'Argine il primo istituto tecnico agrario. La sua attività lo porta a schierarsi a favore dell'innovazione in campo educativo e gli procura l'apprezzamento degli ambienti liberali. Nel 1848 si espone a favore della rivoluzione nazionale firmando l'appello che chiede a Carlo Alberto di intervenire nella guerra. Al rientro degli austriaci a Cremona, è costretto a fuggire a Torino assieme alla famiglia. La sua candidatura ad arcivescovo di Genova viene attaccata polemicamente ed è costretto a rinunciare. Il governo sabaudo gli affida l'incarico di gestire l'istruzione pubblica e lo nomina senatore.

Continua a dedicarsi con passione instancabile alla sua attività di studioso e promotore di istituzioni educative, scrivendo testi, articoli e lettere di teologia e pedagogia, anche quando nel 1857 viene posto in aspettativa. Muore a Torino il 29 novembre 1858. 

Ferrante Aporti è innanzitutto uno studioso di teologia e storia, materie nelle quali si specializza al Theresianum di Vienna e che insegna poi al seminario di Cremona. I suoi studi teologici si concretizzano nei tre volumi Interpretazione con illustrazioni e commenti dei Vangeli di tutte le domeniche e feste principali dell'anno giusta la distribuzione osservata nel Messale romano pubblicati a Cremona tra il 1826 e il 1828.
Come storico invece dà alle stampe tra il 1835 e il 1837 le Memorie di storia ecclesiastica cremonese e inizia la stesura delle Memorie storiche risguardanti San Martino dall'Argine antico municipio del mantovano poi dominio dei Gonzaga rimasto incompiuto. In questi saggi l'Aporti affronta il discorso storico in modo razionale: la sua è una storia creata sui dati, fondata su citazioni e documenti puntualmente trascritti, improntata al razionalismo illuminista. Le Memorie storiche risguardanti San Martino, secondo quanto afferma lo stesso Aporti nell'introduzione, nascono per tre motivi: il legame profondo verso il paese natale, l'affetto verso la comunità di cui si sente parte, l'indicazione di un modello di società.
L'opera quindi non va letta solamente da una prospettiva locale, ma anche come esposizione del pensiero storico, politico e sociale del sacerdote. Dalla comunità di San Martino l'Aporti eredita il desiderio di autonomia, di unità e di indipendenza, ma non ne condivide i metodi e i mezzi per raggiungerle. In alternativa alla lotta violenta egli propone lo scambio di opinioni franco e leale, che può essere realizzato solo sconfiggendo l'ignoranza e dotando la società degli strumenti civili per riconoscersi in un'unica identità nazionale e agire per il progresso del proprio territorio. Lo strumento principale per realizzare questi obbiettivi è l'educazione impartita attraverso le scuole, gli asili e le biblioteche. L'identità nazionale va costruita su contenuti riconosciuti e condivisi da tutti, ovvero i valori morali cristiani, l'esempio di uomini illustri e la teoria e la pratica scientifica. A questi contenuti tutti i cittadini vanno educati attraverso l'apprendimento della lingua italiana e l'approfondita conoscenza del proprio territorio, della propria gente, della propria storia. Da questo pensiero nasce l'impegno dell'Aporti come educatore, per promuovere le istituzioni educative, e come storico, per diffondere la conoscenza del passato. Come educatore, in particolare, l'Aporti agisce sotto molteplici aspetti: pensa finalità, contenuti e metodi dell'educazione, li diffonde come studioso e li attua come insegnante; inventa un nuovo sistema scolastico e lo realizza sul territorio come ispettore; incoraggia e cura personalmente la formazione degli insegnanti; promuove l'apertura di nuove scuole e le gestisce operativamente.

L'asilo in particolare diviene il luogo in cui si concretizza l'ideale educativo del sacerdote: è un servizio gratuito e aperto ai bambini di ogni ceto; è inoltre luogo di incontro e confronto di tutta la comunità cittadina, chiamata a sostenerlo con denaro o prestazioni di lavoro. Ogni asilo diviene parte di una rete di asili diffusa in tutta Italia che si tiene in contatto grazie ai frequenti viaggi del fondatore e a bollettini periodici. In questo modo gli asili abbattono barriere sociali, linguistiche e regionali, riscontrano consenso unanime in tutti gli schieramenti politici del tempo, diventano concretamente il mezzo di coesione teorizzato e voluto da Ferrante Aporti.

San Martino è per l'Aporti il paese della sua infanzia, della sua famiglia, della sua comunità. Aporti è nato e vissuto a San Martino fino a tredici anni. Poi, pur risiedendovi pochissimo, rimane a stretto contatto col paese in quanto vi abitano la madre, la sorella e il fratello minore Fermo con la sua famiglia. Dopo la morte del padre, inoltre, è l'Aporti a gestire il patrimonio familiare. Don Ferrante ha buoni rapporti con la comunità sammartinese del tempo e trova appoggio per le sue esperienze educative innovative: a San Martino fra il 1822 e il 1848 nascono infatti una scuola maggiore, una scuola minore per maschi e una per femmine, la prima scuola infantile rurale e un istituto tecnico agrario. A tutte queste istituzioni il sacerdote partecipa come promotore e finanziatore. A San Martino infine dedica il suo libro Memorie storiche risguardanti San Martino dall'Argine nel quale ricostruisce la storia del paese e indica il suo modello ideale di comunità, un modello che si impegna a realizzare in prima persona fondandovi scuole, contribuendo al progetto di una nuova chiesa parrocchiale, mettendo a disposizione libri per studiare, ricoprendo la carica di consigliere per due anni.

LUOGHI APORTIANI A SAN MARTINO

    • Piazza don Ferrante Aporti: Seguendo via Garibaldi, ci immettiamo nella seconda via a destra e raggiungiamo una piazzetta, quasi nascosta, dedicata a don Ferrante Aporti. Sulla sinistra notiamo l'ex casa Baguzzi.Di fronte vediamo la casa degli Aporti, un palazzetto a tre piani con facciata in stile neoclassico e stella a otto punte al centro del timpano. La parte destra della facciata è stata riadattata a metà Ottocento, per volontà di Ferrante Aporti, allo scopo di creare una simmetria con la parte sinistra. La casa è stata abitata dalla famiglia Aporti dal 1807 fino alla morte dell'ultimo erede avvenuta nel 1928. Attualmente è sede di abitazione privata. In passato al centro di piazza Aporti esisteva un pozzo, oggi demolito, per il bisogno idrico delle famiglie che abitavano nella zona.
    • Casa natale di don Ferrante Aporti: Al n. 45 di via Garibaldi incontriamo la casa dove il 20 novembre 1791 nacque don Ferrante Aporti. La lapide di marmo a fianco dell'ingresso fu collocata dal Comune nel 1891 in occasione del primo centenario della nascita.

    La comunità di San Martino dall'Argine ha mantenuto viva memoria del suo illustre cittadino dedicandogli opere pubbliche ed eventi culturali. Nel 1958 San martino ospita una delle tre giornate del Convegno nazionale del Centro didattico nazionale per la Scuola Materna. A Ferrante Aporti è poi dedicata la sede della scuola dell'infanzia inaugurata nel 1966. Nel 1984 viene celebrato dall'Amministrazione Comunale il 150° anniversario del "primo asilo rurale" e scoperta la lapide sull'edificio dove ebbe sede.
    Negli anni Ottanta, grazie al ritrovamento di documenti inediti confluiti nel Fondo Aportiano del Comune di San Martino, si risveglia l'interesse per la figura dell'Aporti e storici e pedagogisti avviano nuovi studi. Grazie a Cristina Sideri, che si occupa della sistemazione e dello studio del Fondo Aportiano, nel 1985 viene pubblicato a cura del Comune di San Martino un importante saggio intitolato "Ferrante Aporti e San Martino dall'Argine".
    Nel 1991 in occasione del secondo centenario della nascita si tiene a San Martino un convegno di studio dal titolo "Ferrante Aporti e il movimento educativo del suo tempo", collegato alla mostra con sede a Mantova dal titolo "Ferrante Aporti e gli asili nel Risorgimento".

    Infine nel 2004 l'Amministrazione comunale organizza una giornata di studio dedicata a Ferrante Aporti in cui gli storici fanno il punto sulle nuove scoperte scaturite dal Fondo Aportiano.
    L'iniziativa si ripete il 9 settembre 2005 (Seconda Giornata di Studio) e il 9 settembre 2006 (Terza giornata di Studio).
    I contributi delle giornate di studio dedicate a Ferrante Aporti sono stati raccolti a cura di Cristina Sideri e Luigi Tonini e pubblicati dall'editore Sometti (per consultare una breve recensione clicca qui).
    Della giornata del 2006 riferisce qui sotto Luigi Tonini.

    L'eredità di Aporti: terza giornata di studi. La sua importanza nel panorama pedagogico dell'Ottocento e il dopo Aporti.
    A cura di Luigi Tonini.

    Il 9 settembre 2006 ha avuto luogo il consueto appuntamento dedicato all'attività e al pensiero di don Ferrante Aporti. Promosso dal Comune (Assessorato alla Cultura) e dalla Pro Loco,nell'ambito della Fiera della Madonnina, è giunto alla sua terza edizione.
    Aprendo i lavori, l'Assessore alla Cultura, ing. Alessandro Bozzoli, ha ringraziato per la presenza il Presidente della Provincia, prof. Maurizio Fontanili e i quattro relatori: i professori Cristina Sideri (organizzatrice e coordinatrice delle giornate di studio), Ludovico Bettoni, Monica Ferrari e Luigi Tonini.
    Studiato dall'Amministrazione comunale sin dal 2004, il progetto di valorizzare la figura dell'insigne pedagogista consta di punti qualificanti, sottolineati dall'Assessore Bozzoli. Da segnalare in particolare i seguenti:
    * istituzione della Fondazione "Don Ferrante Aporti", per una più approfondita conoscenza dell'attività svolta dall'educatore, tramite pubblicazioni,mostre e convegni;
    * valorizzazione dei luoghi aportiani mediante interventi di natura edilizia e di recupero architettonico (casa natale, residenza in piazza Aporti, stabile ex Enal, già sede dell'asilo fondato da Aporti);
    * recupero architettonico dell'ex teatro comunale da adibire a sala congressi, con centro studi e biblioteca per la consultazione a distanza (via web) della parte del Fondo Aportiano oggi depositata presso l'Archivio di Stato di Mantova;
    * interventi sulla scuola materna locale, in relazione anche alla sperimentazione di iniziative pedagogiche all'avanguardia.
    "Programmi indubbiamente ambiziosi, impegnativi - ha affermato l'Assessore - dai quali tuttavia non si può prescindere se si vuole concretizzare il progetto del 2004.
    In tale contesto ci attende per il 2008 un nuovo importante appuntamento: il 150° anniversario della scomparsa di Aporti". Grazie all'interessamento di Cristina Sideri, l'Amministrazione comunale ha promosso la costituzione di un Comitato per le celebrazioni aportiane, cui hanno aderito anche vari docenti universitari.
    Dopo l'intervento dell'Assessore Bozzoli, ha preso la parola il prof. Maurizio Fontanili, Presidente della Provincia di Mantova. Egli ha voluto ricordare l'impegno dell'Amministrazione locale per la valorizzazione delle risorse del Comune, ricco di tradizioni storiche ed artistiche. Di Ferrante Aporti ha messo in risalto i grandi meriti ed i numerosi riconoscimenti ottenuti per l'attività e le opere, che ne testimoniano lo spessore culturale e la modernità del pensiero, oltre che l'impegno civile e morale.
    Successivamente la prof.ssa Cristina Sideri, profonda conoscitrice dell'universo aportiano", ha introdotto la giornata di studio, presentando brevemente i temi delle relazioni in programma e coordinando gli interventi.
    Il prof. Ludovico Bettoni, storico e studioso di storia locale, ha esordito con una erudita disquisizione sul liberalismo in Aporti, spiegando che tale termine, ampiamente diffusosi alla fine dell'impero napoleonico, ha acquisito molteplici significati e sfumature. Negli anni quaranta dell'Ottocento, dopo l'uscita del "Primato" di Gioberti, la società liberale e cattolica si affaccia sulla scena politica: ed è proprio nel contesto liberal cattolico che si inserisce Aporti.
    Il prof. Luigi Tonini, studioso di storia locale, ha delineato il metodo aportiano nella scuola infantile, alla luce delle opere fondamentali scritte da Aporti sull'argomento. Si è soffermato in particolare sull'importanza della lingua, sul metodo dimostrativo (ostensione dell'oggetto) e dialogico, sulla prevenzione degli errori commessi dagli adulti nell'educazione morale ed intellettuale.
    La prof.ssa Cristina Sideri ha tracciato un interessante quadro della vita nell'asilo aportiano, riflettendo su vari aspetti, quali il catechismo, i doveri degli insegnanti, i sussidi didattici, le caratteristiche delle aule, gli orari, l'attività didattica. Ordine, disciplina, amorevolezza, comprensione fraterna sono elementi imprescindibili che caratterizzano la vita dell'asilo aportiano, come luogo di educazione alla convivenza civile. Vasta la gamma dei canti allora insegnati e predisposti per molteplici ricorrenze.
    La prof.ssa Monica Ferrari, docente di pedagogia (università di Pavia), ha affrontato i problemi di metodo nella scuola infantile a Cremona dopo Aporti, tra Ottocento e Novecento. Riflettendo sul clima culturale e politico dell'epoca, ha accennato al dibattito pedagogico che ha visto, fra i vari protagonisti, anche le sorelle Agazzi e la Montessori. Emerge a Cremona, in quegli anni, un concreto e fattivo interesse per l'infanzia, ritenuta un soggetto importante per la nuova società che si vuole costruire.
    Il IV appuntamento è atteso in concomitanza con la Fiera della Madonnina 2007.


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